
Ho pensato a lungo all’impatto di questo evento che ha stravolto e ancora sta stravolgendo la vita non solo di alcuni, come fa normalmente una malattia che coinvolge il diretto interessato e la sua cerchia più ristretta, nemmeno come una calamità naturale che tocca intere comunità o come una guerra che coinvolge e trascina con sé 2 o più nazioni e nemmeno come un attentato che colpisce vigliaccamente persone unite a caso dal destino di essere nello stesso luogo, nello stesso momento, lasciando gli altri con un nemico a cui imputare l’accaduto.
In ognuno di questi casi, per quanto estesi e sconvolgenti, noi, cioè tutti gli altri non direttamente coinvolti, prendiamo atto, ci indigniamo, ci dispiacciamo, ci commuoviamo, magari facciamo qualche donazione per poi, chi prima chi dopo, rientrare nel flusso normale della nostra vita.
In quella nostra vita in cui spesso non tutto è rose e fiori, ma in cui ci siamo accomodati e abbiamo imparato a non sentire il rumore di fondo che tenta di richiamare la nostra attenzione su ciò che ci crea sofferenza.
Adesso invece, l’evento “coronavirus”, ci ha messi tutti nelle condizioni di “diretti interessati” e lo ha fatto sapientemente, senza darci nemmeno l’alibi del nemico contro cui coalizzarci per sostenere la strenua difesa acritica del nostro sistema di vita, insomma qui non c’è ISIS che tenga.
Cosa significa essere stati messi tutti, ma proprio tutti tutti nella condizione di diretti interessati?
Significa essere stati messi tutti nella posizione di coloro che hanno avuto la possibilità di fermarsi per ascoltare “quel rumore di fondo” a cui eravamo talmente abituati da non sentirlo più.
Questo vuol dire avere avuto la possibilità oppure essersi permessi (idea che senz’altro preferisco) di farsi delle domande che all’inizio avranno scontato lo shock del trauma, ma che dopo un po’ potevano essere simili a quelle che si fa chi si ammala o chi rimane coinvolto suo malgrado in qualcosa di stravolgente che lo costringe a cercare nuove risposte per poter sopravvivere.
Eccole le due tipologie di domande, quella della “prima fase” che io ho chiamato “shock”e che forse ancora non abbiamo finito di attraversare è:
“potrà tornare ad essere tutto come prima?”
E poi la domanda della “seconda fase”, quella del recupero del proprio potere, dove la risposta alla prima ha già perso di importanza e che è:
“cosa è venuto “a dirmi” il Cronavirus?”
Perché vado via così tranquilla su questa cosa come se detenessi chissà quale verità?
Se mi conosci un po’ e se ogni tanto leggi qualcosa di quello che scrivo, lo sai (altrimenti puoi scoprirlo qui).
Perché io ci sono già passata (e come me tanti altri, ma pur sempre un numero esiguo rispetto alla quasi totalità del pianeta), sono stata “una diretta interessata” e non ho potuto distogliere lo sguardo, cambiare argomento o passare a un altro canale usando il telecomando, non ho nemmeno potuto tranquillizzarmi con una donazione, ma ho dovuto affrontare mio malgrado qualcosa di difficile che non avevo né voluto, né cercato come un tumore che continuava a crescere a dispetto di tutto e di tutti anche a dispetto di me.
E proprio quando sono stata messa con le spalle al muro dalla malattia, è stato arrivare a pormi quella strana, assurda domanda che ha invertito il trend e ha dato il via alla risalita.
Cosa era venuta a dirmi il mio tumore su di me?
E come dicevo, a quel punto è stato chiaro che la risposta all’altra domanda, cioè se tutto potesse tornare come prima, era priva di qualsiasi senso.
Pensaci …
Poteva essere venuto a dirmi di non toccare nulla e che tutto andava perfettamente così com’era? Poteva davvero essere così?
No, che no poteva!
Così non ho potuto fare altro che cercare, cercare e cercare per poi scoprire che in realtà io già sapevo … avevo già sentito tutto in quel rumore di fondo così a lungo sopportato e volontariamente ignorato, unica differenza: ora non potevo più continuare, ora per salvarmi ero costretta a trovare il modo per rimuovere le cause che provocavano quel rumore e liberarmene una volta per tutte.
La conoscenza parla, ma la saggezza ascolta.
Anonimo
Non la vedi ancora l’analogia?
- Io da ammalata non ho avuto scelta e ora, in questa pandemia, nessuno ce l’ha, tutto il mondo (ogni singolo individuo) è nelle medesime condizioni.
- Io non avevo qualcuno con cui prendermela per quello che mi era accaduto e nemmeno il mondo intero ce l’ha.
- Io avevo scelto più e più volte di non voler sentire il mio “rumore di fondo” e tutto il mondo ha sempre fatto così, ogni individuo singolarmente rispetto al proprio “rumore personale” e ogni società rispetto al proprio di comunità.
Ecco cosa intendo, il rumore, quel rumore che sentivi ogni volta che soffrivi nel lasciare i tuoi figli per andare a lavorare, lo stesso che notavi quando ti dicevi che restare in quella relazione era la miglior cosa per un sacco di ragionevoli motivi, oppure quello presente tutte le mattine quando varcavi la soglia del tuo posto di lavoro, un rumore simile a quello che saliva ogni volta che decidevi di non esprimere il tuo parere per il quieto vivere in famiglia o nel tuo gruppo di appartenenza.
Lo stesso fastidioso rumore che ti accorgevi di sentire quando hai accettato tutti i compromessi sociali, consolandoti con l’apparenza e rinunciando all’essenza.
Il rumore insopportabile che accompagnava ogni edizione di qualunque notiziario tu decidessi di ascoltare mentre sciorinava imperterrito le terribili notizie riguardanti tutto il globo e tanti dei suoi abitanti derivanti da scelte politiche sempre più lontane dal buon senso e dall’interesse comune, che si trattasse di chimica, di economia o di ideologia e dal quale ti sei sempre difeso/a dicendoti che in fondo tu non potevi farci nulla.
Ebbene, in questi ultimi mesi, nel silenzio delle nostre strade e delle nostre piazze quel rumore ha iniziato a farsi sentire in modo sempre più chiaro e difficilmente eludibile e più siamo stati costretti all’immobilità e all’attesa, più è stato inevitabile non solo sentirlo, ma ad un certo punto spontaneamente abbattere le barriere e ascoltarlo.
Chi ha orecchie per intendere intenda.
Gesù di Nazareth
E quello che tu personalmente hai sentito è ciò che il virus è venuto a dirti su di te e sul tuo mondo.
Quando è capitato a me mi sono accorta che in quello risiedeva la mia opportunità e ora potrebbe essere il momento della tua.
Dico potrebbe poiché ognuno di noi ha pur sempre la sacra libertà di scegliere e di definire così “la colonna sonora della propria esistenza” se vogliamo restare in tema di rumore, con la differenza che stavolta potrebbe non trattarsi più di rumore, ma di musica e per di più scelta da te!
Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale.
C.S. Lewis
Perché quelle note diventino armonia percepibile alle tue orecchie è necessario non solo che tu ne acquisisca la piena comprensione, ma accetti di assumerti la responsabilità di fare ciò che è necessario fino in fondo senza addurre tutte le scuse che ti hanno portato a vivere con quel rumore continuo ed esasperante fino a qualche mese fa.
Sembra sempre impossibile fino a quando non viene fatto.
Nelson Mandela
So che fa paura (e tanta), non per niente alla fine, dopo averci lottato tanto, io mi sono specializzata in superamento della paura del cambiamento, ma posso dirti che di là dal muro è bellissimo, io ci sono arrivata e spero vivamente con tutta me stessa che ci arrivi anche tu, perché più persone ci arriveranno, più la musica diventerà magnifica e ci avvolgerà accompagnandoci ad essere ciò che ci spetta di diritto, dove vogliamo esserlo: la versione migliore di noi.
Qualcuno potrebbe obiettare che “con i chiari di luna che ci sono” parlare di tutto questo sia un lusso, io penso invece che si tratti di sostanza sempre e comunque, se non altro perchè se riflettendo sulla tua scala di priorità precedente a questa crisi, scoprissi che ora non ti rappresenta più, ti risulterebbe senz’altro più facile lasciar andare tanto di ciò che ora -con il linguaggio di prima diresti- “non ti puoi più permettere”, mentre con il tuo nuovo linguaggio dici “non fa parte di ciò che ritieni indispensabile per rispecchiare chi sei realmente”.
Che quello che ci attende sarà un periodo bello tosto è senz’altro vero, tuttavia anche noi possiamo esserlo e ancora di più per aver scelto di considerare il rumore per quello che è, cioè solo rumore e non bella musica come qualcuno ancora vorrebbe farci credere.
È probabile che questo rumore ce lo dovremo tenere per diverso tempo anche se ci da profondamente fastidio, ma adesso è tutto diverso poichè l’abbiamo riconosciuto come tale e ogni mossa di ogni giorno avrà in fondo lo scopo di farlo definitivamente tacere finchè musica sarà.
C’è un momento del cartone Il re Leone dove con lingua semplice dei bambini tutto questo groviglio di pensieri viene spiegato alla perfezione, clicca, guarda e ascolta.
Cosa posso fare io?
Da parte mia io posso offrirti la mia esperienza e il mio supporto affinché la paura del cambiamento non ti impedisca di allungare la mano verso il tuo futuro al pieno delle tue possibilità.
Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è.
Buddha
Per sapere cosa dice chi ha già scelto di sfruttare l’opportunità e intraprendere il cambiamento con il mio aiuto leggi qui.
Se vuoi confrontarti per capire come fare a non tornare al tuo solito rumore di fondo senza colpo ferire e invece tagliare fuori la paura, ti offro un colloquio gratuito. Puoi prenotarti qui!
Se infine ti interessa sapere quali altri strumenti posso mettere a tua disposizione, vieni a vedere qui.
Non credo che un’altra frase potrebbe esprimere meglio la scelta a cui, in questo momento così unico e di capitale importanza per il nostro futuro, siamo messi davanti:
Se non ora, quando?
Primo Levi