
Le frasi che ti cambiano la vita.
Se l’ha fatto uno possono farlo tutti.
Per esperienza dico che frasi come queste, lette quando sei assetato di “soluzioni” e paralizzato dalla paura, possono essere molto potenti. Io l’ho trovata disseminata all’interno del libro di Martin Brofman “Guarire con il sistema corpo specchio”. Per chi non conosce la storia di Brofman si tratta di una persona a cui era stato diagnosticato un cancro con prognosi infausta a 2 mesi dal momento della scoperta della malattia. Quello che Martin ha fatto in quei due mesi -il suo cambiamento- val bene la pena di essere letto poiché al controllo a cui non sarebbe nemmeno dovuto arrivare vivo, due mesi dopo, lui non solo ci è arrivato, ma pure completamente guarito.
Personalmente sono incappata nella sua storia mentre andavo a caccia disperata di soluzioni per il mio tumore recidivante per il quale non riuscivo a trovare altro se non una chemio di seconda linea priva di garanzie.
Leggere di qualcuno che se l’era vista ancora peggio di me e che in due mesi aveva compiuto il “miracolo” e per di più senza essersi potuto sottoporre ad alcuna terapia, mi ha letteralmente “innescata”. Mi sono letta i suoi libri, non solo quello sul Sistema Corpo Specchio, ma anche gli altri due sulla guarigione della vista. Infatti una volta guarito dal cancro Martin si è accorto che dopo più di 20 anni di occhiali, ora ci vedeva benissimo. In fondo a ogni capitolo vengono riportate frasi che non dimenticherò mai.
Non esiste malattia dalla quale qualcuno, da qualche parte, non sia già guarito
Fantastico!
Mi sono interessata di tutto quello che lui aveva personalmente fatto oltre che del metodo di analisi e approccio alla malattia che aveva estrapolato dalla sua esperienza e ho scoperto molte cose interessanti, tra le quali un tipo di yoga a me sconosciuto il “kundalini yoga” di cui ho iniziato a leggere cercando chi lo praticasse dalle mie parti ( se ti interessa approfondire l’argomento qui puoi trovare un interessante video in cui Ram Rattan Singh, medico e insegnate di Kundalini yoga, spiega alcuni principi di questa tecnica millenaria).
Ho confrontato quello che Martin ha fatto in quei due mesi con quello che avevo fatto io dal momento della mia diagnosi e soprattutto con quello che non avevo fatto, ma che in fondo al cuore intuivo fosse da fare.
Lui aveva avuto il coraggio di farlo.
Le mie obiezioni a quel punto erano:
“beh certo, lui non aveva avuto scelta, gli avevano dato due mesi di vita…a quel punto mandare tutti a quel paese e fare solo ciò che gli andava effettivamente di fare era pienamente giustificato…”
Poi ho cominciato a dirmi:
“certo però che se non agisco solo perché la mia diagnosi è “meno infausta”, ma poi alla fine mi ritrovo a non avere risolto nulla e a non sapere cosa fare con un tumore addosso, allora forse è il caso di mettere mano alla questione diversamente.”
Pensavo:
“lui è guarito, lui è uscito dall’incubo e si è potuto godere la vita, perché io non posso?!”
Pensavo e vedevo la mia vita sui binari prestabiliti, le mie consuetudini, i miei presunti obblighi, i miei presunti doveri, le mie abitudini, i miei modi di fare, le mie relazioni, il mio lavoro, la mia routine.
“Guardavo” verso Martin e vedevo tutto quell’enorme cambiamento, quella rivoluzione totale e poi “guardavo” me e vedevo tutto fermo, senza via d’uscita, immobile.
Continuavo a guardare lui e me e a sentire che dovevo iniziare la rivoluzione, ma come? E poi? E dopo?
Ero presa dal terrore di perdere le mie certezze e la mia vita che dicevo essere“abbastanza soddisfacente” (se non andavo ad analizzarla davvero da vicino).
Sì, non era tutto perfetto, ma per chi lo è alla fine? E se poi va peggio?
E poi ne incontro un’altra.
Questa volta portata da chi io avevo già scelto come mia “suggeritrice fuori dal coro”, la mia psicoterapeuta e compagna di viaggio Erica Francesca Poli nonchè ora mia formatrice (di cui ho parlato lungamente all’interno del mio sito ).
Altro libro “Morendo ho ritrovato me stessa” , altra storia, altra frase.
Vivi senza paura
E’ Anita Moorjani, anche lei guarita dal cancro, ma proprio in extremis, lei addirittura è entrata in coma ed ha avuto un’esperienza di pre-morte da cui è tornata dopo 30 ore e in poco più di una settimana è uscita dall’ospedale, dove l’avevano portata a morire, senza più traccia di cancro.
E lei mi dice “Vivi Senza Paura”.
Divoro il libro e penso:
“lei ora è libera da quest’incubo, non ha più paura e fa quello che vuole. Perché io no?! Perché io devo continuare ad avere paura e rimanere in stallo?”
Queste due testimonianze e le loro due frasi, le loro due grida di battaglia, sono stati per me “benzina” e della migliore.
Posso a pieno titolo affermare che è importantissimo, nei momenti bui in cui non sai a che santo appellarti, avere qualcuno a cui ispirarti, da imitare, da modellare.
E se devi ispirarti allora fallo modellando l’eccellenza.
Non fermarti a chi semplicemente ha seguito le istruzioni ed è ricaduto nella parte favorevole della statistica. Modella chi è partito battuto al botteghino, ma contro ogni previsione ha stravolto il pronostico. Chi ha avuto il fegato di rischiare fino in fondo e di mettere in discussione ogni singolo punto della sua esistenza per trovare la via.
Modella chi ha saputo sfruttare appieno il potenziale trasformativo della malattia o dell’evento e lo ha volto a suo favore perché lì c’è l’esempio di quello che dentro hai anche Tu.
All’inizio:
- ti sembra impossibile,
- ti senti inerme,
- ti senti incapace,
- ti dici che per te è diverso,
- ti racconti che per te è un’altra cosa.
O peggio!
Credi a quello che ti hanno detto e cioè credi alle statistiche, ma la statistica
- è solo l’espressione di una probabilità
- non è un fatto certo
e invece Tu
- non sei una statistica,
- sei tu, unico e irripetibile con infinite risorse probabilmente molte delle quali a te stesso sconosciute.
Quindi ora devi solo ricordartelo e fare come hanno fatto prima di te quelli che hanno avuto successo.
Del resto a scuola a nessuno sarebbe venuto in mente di copiare dal più scarso della classe, o no? E se non hai mai copiato, beh…c’è sempre una prima volta ed è anche a fin di bene, il tuo!
Inoltre voglio sottolineare che avere un “suggeritore fuori dal coro” è molto utile perchè:
- ti aiuta a non fermarti,
- ti pungola,
- ti fa pensare,
- ti fa confrontare in ogni momento.
E questo serve per non rischiare di “accomodarsi” dentro le statistiche di qualcun altro.
Mi aggancio a queste riflessioni sulle frasi che hanno cambiato la mia vita per spiegare, a chi fosse arrivato a leggere fin qui con un’obiezione a fior di labbra e cioè: “eh, ma tu credevi a tutte queste cose, all’energia, alla medicina olistica…”
che no, io non credevo in un bel niente, non sapevo un bel niente, io ero ammalata e basta, anzi ero ammalata e volevo disperatamente guarire, ma non sapevo assolutamente come fare.
Per questo motivo ho potuto vincere la resistenza che avevo verso concezioni del mondo diverse dalla mia, perché non vedevo altra via.
Tutto quello che ho fatto da quando ho iniziato a prendere in considerazione un punto di vista differente, ricade naturalmente sotto il nome di “approccio integrato alla malattia”.
Ho sospeso il giudizio e ho iniziato a cercare:
- fuori di me le possibili opzioni terapeutiche
- dentro di me le ragioni profonde della mia malattia.
Mi sono occupata di tutta me stessa:
- del mio corpo e dei suoi sintomi,
- della mia mente e dei suoi pensieri,
- della mia anima e delle sue istanze a me sconosciute.
E alla fine ho scoperto che l’Integrazione È una Cura
cioè che innumerevoli sono gli strumenti a disposizione tra convenzionali e cosiddetti alternativi e che l’efficacia di uno o più di questi, in ogni caso specifico, è una “ricetta” assolutamente personale e unica perchè
- unico è l’individuo che decide di usufruirne,
- uniche sono le sue convinzioni,
- unico è il messaggio della malattia che egli ha manifestato.
Come si arriva alla Sospensione del Giudizio, a Guardare le cose da un Punto di Vista Differente, a Permettersi di Esplorare Altre Possibilità?
- Una via è senz’altro modellando altri che hanno guardato il problema in modo differente dal nostro sortendo risultato positivo.
- Altro buon punto di partenza è trovare qualcuno che ci sappia portare a vedere le cose da questo altro punto di vista, dove per altro punto di vista intendo fuori dai nostri schemi abituali in cui noi, il nostro mondo e la nostra malattia sembra non abbiano più niente da dirci.
Se troviamo questo qualcuno di cui ci fidiamo abbastanza per iniziare insieme ad esplorare tutto, lasciando fuori le certezze che fino ad ora ci hanno guidati nella nostra esistenza, è molto probabile che riusciremo a intraprendere la strada per ampliare la nostra visione e che scopriremo nuovi significati per ciò che ci accade.
Quello che ho imparato sulla mia pelle e le tecniche che ho appreso durante la mia formazione come Coach sono a tua disposizione in ciò che posso fare per te, se hai deciso di cambiare prospettiva.
Se vuoi continuare a esercitarti e progredire nel tuo viaggio di scoperta delle tue possibilità, puoi unirti al mio gruppo facebook “Cambia Animo sa Mente: C.A.M. Change! Act! Move!” e rispondendo a 3 semplici domande, avrai immediato accesso a tutti i video e i contenuti pubblicati oltre che la possibilità di confrontarti con altri che hanno scelto, come te, di affrontare il proprio cambiamento.
Se vuoi parlarne con me, per capire come potrei aiutarti a uscire dalla gabbia del tue convinzioni, attraverso un lavoro dedicato al tuo mondo emotivo e al ruolo che hanno le tue emozioni nella acquisizione di consapevolezza di te stesso/a e della tua situazione di benessere o malessere, puoi contattarmi cliccando qui.
Leggi cosa dice chi ha scelto di lavorare con me in ogni situazione della vita.
Queste opzioni sono alla portata di chiunque.
Possono portarti dritto dritto alla tua nuova realtà perché:
Se ce l’ha fatta uno possono farcela tutti
e ricorda
Si può vivere senza paura