
Scopriamolo! Iniziamo dalla definizione di preoccupazione che è: avere la mente occupata con uno stato d’apprensione cioè “avere in testa una paura anticipata” e vada sé che l’oggetto della nostra pre-occupazione è ciò su cui noi vogliamo produrre un cambiamento o che pretendiamo di tenere sotto controllo.
Come funziona?
La preoccupazione agisce come una calamita che ci tiene “attaccati” al punto da provare fastidio anche solo all’ipotesi che distogliendo l’attenzione da essa, si possa fare qualcosa di più utile che non solo preoccuparsi.
La preoccupazione è un sottile rivolo di paura che scorre attraverso la mente. Se incoraggiata, scava un canale nel quale tutti gli altri pensieri confluiscono.
Arthur Somers Roche
Perchè è importante parlarne?
L’impatto che ha sulla nostra esistenza è tale che quando ci lasciamo governare da lei perdiamo il contatto con la realtà e con esso la nostra serenità, ecco il motivo per cui parlarne è importante!
Il fatto che ci crei un tale disagio dovrebbe essere un deterrente fortissimo a farsi trascinare, ma poiché sappiamo che non è affatto così semplice, è utile analizzare quale forza oscura ci spinga a perseverare diabolicamente.
Ecco svelato l’arcano: la preoccupazione è il nostro continuo e automatico rifiuto di accettare di non avere il potere di controllare ogni cosa e la paura che da ciò deriva, una pre-paura!
Ed è proprio prenderne coscienza il modo per uscire dall’imbroglio in cui ci siamo cacciati da soli!
Soffermiamoci un momento su questo concetto così lapidario: “non avere il potere di controllare ogni cosa”, eh già … è dura accettarlo, io ne so qualcosa e tu?
A ben pensarci la preoccupazione che è un “occuparsi in anticipo di qualcosa”, è davvero un tentativo di dirigere gli eventi, di farli andare come diciamo noi, peccato che, se siamo onesti fino in fondo, dobbiamo ammettere che molto spesso questo non sia in nostro potere.
- Il genitore che sta sveglio la notte preoccupandosi per il figlio che è in giro può influenzare ciò che accade al figlio mentre passa la sua serata?
- Il professionista o l’artigiano che si preoccupano nella speranza che arrivino nuovi clienti, possono con questo pensiero farli effettivamente arrivare?
- Lo studente che non dorme la notte prima degli esami al pensiero di quello che gli potrà chiedere il professore, può determinare quali saranno le domande l’indomani?
- Il paziente in attesa dell’esito di un esame, ha la possibilità di modificarne il risultato?
Prova ad applicare alle tue preoccupazioni questo ragionamento e inizia a verificare anche tu direttamente quanto la tua preoccupazione ti permetta di controllare gli eventi. ZERO!
La teoria è sempre molto interessante, la pratica molto spesso però è tutto un altro paio di maniche, infatti …
Gli errori più comuni
Concentriamoci per un momento sulle dinamiche classiche in cui ci incastriamo:
- come dicevamo sopra, la più frequente è occupare la mente con uno stato d’apprensione senza considerare se effettivamente questo influirà sulla risoluzione del problema,
- non considerare realisticamente la probabilità che si verifichi ciò che temiamo,
- ritenere gravissimo ciò che temiamo si possa verificare anche quando, ad una analisi più serena, risulterebbe il contrario,
- non verificare da chi realmente dipende ciò che ci preoccupa,
- e ultimo, ma certamente non ultimo: sottovalutare o addirittura ignorare la nostra capacità di “creare la nostra realtà immaginandola” quando è la paura a governare la nostra mente!
Che si tratti di qualcosa legato al bisogno di controllo è chiarissimo, e che la mancanza di controllo lasci il posto alla paura lo è altrettanto, del resto alla domanda: “perché ti preoccupi?”, la risposta è: “perché ho paura che…”
Una per tutti
Io stessa posso garantire di avere ripetutamente lasciato campo libero a tutti questi malsani atteggiamenti mentali ritrovandomi a “vivere” in un luogo molto lontano da quello in cui mi trovavo fisicamente e in cui si svolgeva realmente la mia vita.
Le sensazioni tutt’altro che piacevoli che ho provato non riguardavano solo in frangenti in cui questo poteva sembrare più che giustificato, come ad esempio durante i miei trascorsi di malattia e tutte le paure ad essa connesse.
Ho vissuto male a causa della presenza costante della preoccupazione anche situazioni legate al denaro ad esempio e tali pensieri per lungo tempo mi hanno letteralmente impedito di scegliere di vivere la vita che realmente desideravo senza che le circostanze reali fossero effettivamente tali da costringermi a farlo, ma la pre-paura che si potessero verificare lo era eccome!
Inutile dire che questo perpetuava il mio stato di sofferenza che si acutizzava al pensiero che non ci fosse nessun modo per uscirne, ma del resto chi negherebbe l’assennatezza di una preoccupazione per il denaro?!
Vogliamo parlare delle notti insonni prima di prove importanti? Non credo di essere stata l’unica ad averle sperimentate! E quella è certamente paura di non avere il controllo.
Gli esempi nella mia vita si sprecano davvero in ogni ambito, fino a un certo punto però, oltre il quale ho staccato la spina, ho eliminato il perenne cortocircuito del mio cervello e ho contemporaneamente ripreso a vivere!
Ora ti spiego come:
senz’altro “l’esercizio” fatto con la malattia (se vuoi conoscere la mia storia clicca qui) mi ha aiutato a rimettere in prospettiva tutto il resto e a dare il giusto peso alle inevitabili incognite con cui sono stata chiamata a confrontarmi giornalmente come tutti gli altri.
Per me ha funzionato, prova anche tu!
Per rendere questo anche per te un processo ripetibile in qualsiasi situazione ti lascio queste 5 domande utili per uscire dal circolo vizioso e recuperare la serenità insieme ad alcune citazioni per riflettere su questa abitudine così logorante e pervasiva:
- C’è un modo più utile e costruttivo in cui potresti occupare il tempo e la tua mente in questo momento invece che preoccuparti?
È più ragionevole spendere le proprie energie per concentrarsi sulla soluzione che per preoccuparsi del problema. Se poi non esiste via d’uscita, se non vi è né possibilità né modo di trovare un rimedio, non ha senso preoccuparsi, perché in ogni caso non c’è sbocco.
Dalai Lama
- Da chi dipende ciò che ti preoccupa?
- Cosa c’è all’origine della tua preoccupazione?
- Quanto è grave e quanto è probabile che si verifichi ciò per cui ti preoccupi?
Quante sofferenze ci sono costati, i mali che non sono mai accaduti.
Thomas JeffersonMoltissime preoccupazioni possono diventare meno assillanti quando ci si rende conto della poca importanza di ciò che ci causa quell’ansietà.
Bertrand Russell
- E se a furia di pensarci poi si avvera (tradotto in gergo: “non è che te la stai tirando da solo?”)?
Questo io lo definisco un vero e proprio prontuario d’emergenza da utilizzare per allentare la morsa della preoccupazione.
E se non dovesse bastare…
Alle domande inoltre può essere efficace unire alcuni comportamenti come questi:
- Cambiare prospettiva, cioè prefigurare lo scenario peggiore possibile, poi andare addirittura oltre e poi tornare qui e ora dove nulla di tutto ciò esiste!
Qualcosa del tipo: ok, domani va tutto storto e mi boccia. Mi boccia e non ci sono altri appelli per 6 mesi. Ottimo, io però ora sono qui, ho studiato e domani farò del mio meglio. Le probabilità che avvenga quel che temo sono pari a quelle di un terremoto quindi tanto vale che mi goda la mia serata al calduccio nel mio letto senza fasciarmi la testa. - Mettere “nero su bianco” “per filo e per segno” la preoccupazione che ti assilla e poi rileggere tutti i passaggi!
E qui non ti faccio l’esempio, ma ti dico che già scrivendo i tuoi pensieri vaganti sgonfierai la preoccupazione, rileggendoli poi ti accorgerai della loro prevalente assurdità e riuscirai a ridimensionare il problema.
- Muovere il corpo per depurare la mente con della attività fisica, una passeggiata o spaccare la legna, scegli tu … anche lavare i pavimenti è ok!
Lo sforzo fisico distoglie la mente dalle elucubrazioni e mette in circolo tutt’altro tipo di ormoni, cambia la tua respirazione, la tua postura e di conseguenza i tuoi pensieri.
- Individuare un’azione o un obiettivo su cui hai effettiva possibilità di intervento e convogliare su di esso le tue energie ogni volta che la preoccupazione per la situazione che non dipende da te fa capolino.
Se c’è qualcosa che tu puoi fare questo è il momento, fallo e se non è direttamente collegato a ciò per cui ti preoccupi fallo ugualmente e renditi utile a te stesso, anche questo distoglie la mente e ti rassicura.
Sono stato preoccupatissimo per questo compito. Una preoccupazione tremenda… − E che cosa è successo? − Ho preso “nove”. Ho sprecato una buona preoccupazione…
Charlie Brown, in Charles M. Schulz
In soldoni …
Volendo tirare le somme e mantenere la tua testa ancorata a pensieri costruttivi, logici e realistici possiamo dire che:
- in caso la situazione non dipenda da te, l’accettazione dello stato delle cose e lo spostamento di focus sono le tua armi, devi solo decidere di usarle.
- Se dipende da te forse è giunto il momento di “alzare le chiappe” e darsi una mossa, salvo che tu non preferisca stare dove sei e continuare a utilizzare la preoccupazione come un alibi.
- Se invece ci stai già lavorando, allora ok, continua e allenta semplicemente la presa sui pensieri cupi, ci stai lavorando di più non si può fare!
Vi è solo una strada verso la felicità, ed è smettere di preoccuparsi per cose che sono al di fuori del controllo della nostra volontà.
Epitteto
Certo lavorare con le 5 domande aiuta, ma a volte, quando l’abitudine è profondamente radicata e la “pre-paura” è tanta, farlo da soli diventa molto difficile.
Proprio per aver fatto questo lavoro di “pulizia” dei pensieri prima di tutto su me stessa, posso dirti che è comunque possibile e con gli strumenti a mia disposizione come coach ti posso aiutare a liberarti di questa modalità automatica di approccio all’esistenza fonte di tanto disagio.
Cosa posso fare per te
I percorsi
I miei percorsi di coaching integrato, per superare la paura della malattia e del cambiamento in tutte le sue forme, si occupano di corpo-mente e anima e attraverso le tecniche di cui mi avvalgo, sono particolarmente attenti alle emozioni, alla loro espressione e al loro fluire naturale all’interno del corpo e non c’è modo migliore per portare allo scoperto le cause delle preoccupazioni e dissolverle.
L’opinione di chi ha già scelto
Qui puoi leggere cosa pensa chi ha già scelto di smettere di girare a vuoto in preda alle preoccupazioni e con me ha affrontato la realtà, per trarne tutto il massimo qualunque fossero le condizioni.
Parliamone
Se sei interessato a conquistare la serenità e la libertà che deriva dall’aver eliminato gli automatismi che ti mantengono in uno stato di costante apprensione, qualunque sia il momento che stai attraversando, contattami, sarò lieta di offrirti una sessione gratuita per rispondere a qualsiasi tua domanda.
Le risorse gratuite
Se poi le preoccupazioni ti provocano veri e propri stati ansiosi, allora potrebbe farti comodo scaricare subito la mia Guida gratuita in 7 punti per regolare l’ansia con cui puoi imparare cosa sia l’anisia e come regolarla per non farti fagocitare.
Vi è una grande differenza tra preoccupazione e interesse. Una persona preoccupata vede un problema, mentre la persona interessata risolve il problema.
Harold Stephens