
Che la dieta a cui ci si sottopone durante le feste natalizie sia una dieta folle ormai tutti lo sappiamo e lo sperimentiamo sul nostro giro vita, ogni anno sempre più impietosamente, ma qualcuno si è mai chiesto quale sia invece la propria dieta emozionale e non solo durante il periodo delle feste, bensì per tutti i 350 giorni che le seguono o che le hanno precedute e che conseguenze su corpo e anima può avere?
Cominciamo ponendoci il quesito fondamentale:
introduciamo con regolarità entusiasmo, gioia, compassione, amore, speranza -che denomineremo per comodità pensieri ed emozioni di tipo P, cioè potenzianti-, più volte al giorno come si dovrebbe fare con le famose 5 razioni giornaliere di frutta e verdura o invece ci nutriamo prevalentemente di rabbia, frustrazione, tristezza, paura, disprezzo, senso di colpa e vergogna -che chiameremo invece –pensieri ed emozioni di tipo D, depotenzianti– da mane a sera?
E se i manicaretti e gli eccessi del periodo natalizio lasciano gli evidenti strati di adipe sui nostri fianchi e incrostano via via le nostre arterie, c’è da pensare che anche questo diluvio di emozioni lasci qualche segno da qualche parte.
Nell’anima senz’altro e sul nostro umore altrettanto se pensiamo ad esempio a certi scatti quando qualcuno, chiunque, anche un nostro familiare o amico, ci attraversa la vita contrariandoci dopo tutto un giorno in cui ingoiamo emozioni e pensieri di tipo D.
Infatti basta soffermarci su come ci si sente quando le emozioni che proviamo sono prevalentemente di tipo D, perché è palese che in uno stato di tristezza permanente o di frustrazione la nostra felicità sia lontana anni luce.
E solo chi voglia negare l’evidenza può continuare a pensare che queste siano le uniche conseguenze.
Tutto questo dovrebbe venire magicamente diluito ed evaporato nell’anima senza lasciare traccia?
No signori, mi dispiace dare a chi non se lo immagina la triste notizia, ma questa dieta emozionale scellerata ha conseguenze ben più pesanti e subdole. Niente evapora dall’anima, anzi piuttosto dall’anima “si incorpora”, nel corpo appunto.
Le emozioni non sono pensieri –esse possono essere mosse da pensieri o condizionare pensieri- ma sono in primis eventi corporei.
Dott.sa Erica Francesca Poli
Le emozioni sono fatti fisici, che obbediscono a precise leggi biochimiche, scatenando sostanze all’interno del nostro corpo e a grandi linee tutti sappiamo che “il troppo stroppia” in qualsiasi ambito e il nostro corpo non sfugge a questa regola.
Alla luce di questa mera constatazione è molto facile dedurre che l’accumulo di determinate sostanze, in quantità decisamente superiore a quella fisiologicamente corretta, abbia delle conseguenze corporee tangibili.
Senza bisogno di scomodare la scienza possiamo citare alcuni modi di dire molto comuni e decisamente esplicativi di ciò che sappiamo da sempre: il tale si è “mangiato il fegato dalla rabbia” o il tal altro è “morto di crepacuore”, “ci si sono rivoltate le budella dallo schifo” oppure ci si è “fermato il cuore dalla paura”.
A questo punto probabilmente concordiamo unanimemente sullo stato dell’arte, cioè sì, in effetti è così, ci sono conseguenze anche fisiche, dobbiamo ammetterlo.
Analisi delle scuse, ovvero vademecum di autosabotaggio alimentare ed emotivo
Eccoci al balletto delle scuse che sono l’equivalente dei motivi per cui, anche se abbiamo iniziato la fatidica dieta post feste natalizie,
- già a metà gennaio abbiamo in previsione uno strappo per una cena alla quale non possiamo mancare e “cosa vuoi … quando si è in compagnia non si può fare tanto i sofisticati e si mangia quel che mangiano gli altri”.
- Per non parlare di quella cucchiaiata in più “che poi è pochissima, chetticredi!”
- e di quel cioccolatino che era rimasto e “che dovevo fare, buttarlo?!”
Scuse relative alla dieta emozionale invece sono quelle del tipo:
- “dovrò pur sapere cosa accade nel mondo” per cui non ci si scolla dal televisore anche quando ci si rende conto che il martellamento di notizie abbruttenti e avvilenti è continuo, che la sovraesposizione è esasperata.
(Ogni ora su tutte le stazioni radio c’è un notiziario in cui passano le stesse notizie, per tutte le 24 ore; alla tv gli “enne-mila” canali fanno a gara a riproporre ogni scempio sempre nel modo più amplificato possibile, tutto nel nome della informazione a cui pare imperativo sottoporsi con accanimento.)
- Scuse per cui è impossibile non andare alla macchinetta del caffè durante la pausa e non partecipare o anche solo assistere, al solito “taglia e cuci” sulle vittime di turno del tipo: “mica posso fare l’asociale”.
- Scuse con cui non si mollano le serie tv che reiterano all’infinito atti orrendi di violenza fino a farceli “digerire” come normali tipo: “non mi posso nemmeno più svagare un attimo?”.
- E dulcis in fundo impossibile ammettere a chicchessia e a noi stessi per primi (così non servono nemmeno le scuse) quel continuo dialogo interno fatto di giudizi castranti e rilanci al ribasso sulla nostra persona.
Ed ecco confezionata ad arte la strategia imbattibile
Così possiamo rimanere completamente immersi in quel brodo putrido che ci intacca dall’esterno e dall’interno e ci invade da ogni organo di senso, allagandoci fino a renderci incoscienti e marci a nostra volta.
E addio dieta …
Commento finale di rinforzo: è la società, è la nostra cultura, è la vita che è fatta così, siamo noi.
Amen!
Amen un corno, se permettete!
Questa roba intacca, questa roba corrode, è peggio del colesterolo cattivo proprio perché si trasforma in colesterolo cattivo e in ogni altro tipo di dolore e affezione del corpo.
A ogni causa corrisponde un effetto: la ricaduta nel fisico
Ti toglie il respiro aggredendoti i polmoni con la tristezza, ti blocca i reni con la paura, ti distrugge il fegato e il pancreas con la rabbia, questo solo per fare degli esempi molto schematici e riduttivi, ma contemplati in tutte le medicine orientali e olistiche.
Se poi reprimi tutto, seppellendolo in buco e tappandolo ben bene allora apri le porte al cancro e io lo so per certo.
Se le emozioni sono represse o se al contrario ci cadiamo dentro senza lasciarle andare, esse causano malessere e difficoltà in tutte le aree della nostra vita e anche nel nostro corpo.
Dott.sa Erica Francesca Poli
Del resto io mi sono sempre solo occupata della dieta alimentare e per un fattore estetico non certo per quello salutistico, fin quando il cancro, al suo secondo tentativo dentro di me, non mi ha aiutato, a modo suo, a capire che la qualità di ogni tipo di alimento sia fisico che emotivo, è di primaria importanza per il benessere psico-fisico di quegli esseri sofisticatissimi e fantastici che siamo. Davanti a lui le scuse stanno a zero, ve lo garantisco, ma non credo sia indispensabile arrivare a tanto per decidere una svolta nella propria dieta.
Basta accettare che siamo ciò che mangiamo o meglio, siamo ciò di cui ci nutriamo.
In questo video sulla “dieta emozionale” Daniel Lumera lo spiega molto bene.
Uscire dal circolo vizioso
Cosa possiamo fare per riprendere il comando di fronte a un sovraccarico emozionale unilaterale?
- Il primo passo è la consapevolezza, quindi “salire sulla bilancia” se vogliamo continuare il parallelismo con la dieta alimentare.
Ascoltare e ascoltarsi, individuare la tipologia di bombardamento a cui ci si sottopone e si è sottoposti , e cioè “misurare la quantità e la qualità del cibo che si ingerisce giornalmente” (Eckhart Tolle spiega molto semplicemente in questo video come scegliere il cibo e ciò è esattamente valido anche per la scelta della propria dieta emozionale).
e poi una volta preso atto,
- il secondo passo è farsi la domanda giusta, cioè “impostare la dieta”:
Ogni emozione ha una causa che ne giustifica la comparsa, analizzare se quelle cause appartengono al nostro vissuto del momento ci aiuta a capire se siamo “giustificati” nel provare quella data emozione o se ci stiamo sottoponendo indiscriminatamente a uno stato emotivo di tipo D creato da altri. Cosa sto nutrendo con questo comportamento, con questo gergo, con questa abitudine? E alla fine, è “roba mia”?
Quindi posso chiedermi:
- mi devo staccare da qualcosa (tristezza)?
- qualcosa ostacola il raggiungimento dei miei obiettivi (rabbia o frustrazione)?
- quale valore non sento mio (disprezzo)?
- in quale aspetto non mi riconosco (disgusto)?
- mi sento minacciato da qualcosa o qualcuno (paura)?
- cosa non ho fatto che avrei dovuto fare (senso di colpa)?
- come dovrei essere e invece non sono (vergogna)?
Quando una persona apprende realmente a sentire le proprie emozioni, aumentando così le proprie competenze emotive e la propria intelligenza emotiva, la sua forza aumenta.
Dott.sa Erica Francesca Poli
- Il terzo passo, una volta individuata l’emozione, consiste nel comportarsi come si farebbe per il cibo cioè sostituire gli alimenti intossicanti, altamente trasformati e apportatori di calorie vuote con alimenti freschi, crudi a basso contenuto calorico, ma ad alta vibrazione energetica, cioè sostituire le emozioni o le occasioni di amplificazione di emozioni D che non ci appartengono, con situazioni ad alto contenuto di emozioni P.
Agire chirurgicamente su chi e cosa ci infligga tali torture –scoprendo magari che siamo proprio noi a farlo– interrompendo il flusso, sbarrando il corso di un fiume e aprendo invece l’argine di un altro, per far entrare le sue acque chiare, fresche e limpide per ristorarci e nutrirci, dal didentro e dal di fuori.
Vale sempre lo stesso vecchio adagio, cambiare le abitudini
Come per la dieta alimentare, così per quella emozionale si tratta allora di:
- evitare “frigoriferi emozionali” pieni di spazzatura emotiva,
- allontanare un po’alla volta “distributori” non invitati di malsani argomenti,
- chiudere “rubinetti” di fluidi mentali inquinanti, abbruttenti e deprimenti,
e sostituire tutte queste occasioni di fallimento per la nostra dieta con:
- soste al distributore di centrifugati “potenzianti” di idee e sentimenti per ricariche di energie,
- ricerca sistematica della buona notizia sullo “scaffale del supermercato” dell’informazione tra le continue litanie di dolore e sconfitta,
- scelta dalle “scansie” dei social di narratori di vittorie della vita e abbandono dei predicatori di sventure.
Iniziare contemporaneamente gli esercizi in palestra o le passeggiate nei parchi o le nuotate in piscina e parallelamente praticare:
- gli abbracci quotidiani,
- il sorriso assiduo,
- la gratitudine sistematica,
- un nuovo e clemente vocabolario per il nostro dialogo interiore.
Pronti per goderci la nostra nuova realtà emotiva e alimentare
Fino ad arrivare, quando si è assunta una certa padronanza di questa nuova dieta, a potersi permettere di uscire a cena in compagnia, anche solo di noi stessi, ma con la libertà di poter scegliere sia il cibo che gli argomenti di cui nutrirci allo stesso modo.
Quando si arriva ad essere pronti per questo allora siamo in grado di far fruttare la nostra dieta e iniziamo a raccoglierne i frutti, non solo in un corpo più sano e in forma, ma anche in un animo più calmo e allineato, con una serenità più profonda e appagante, una visione più ampia e chiara del nostro contesto, dei nostri obiettivi e delle nostre capacità.
Qui e ora: che fare?
Quindi, appena chiuso il capitolo feste natalizie, guardandoti allo specchio potresti davvero pensare di dover correre ai ripari e magari, come già è accaduto molte volte, sai che i tuoi propositi dureranno il tempo di entrare al supermercato per la prossima spesa settimanale o di entrare nel tuo bar preferito e inizi a renderti conto che se vuoi davvero riuscire nell’impresa sarebbe senz’altro più facile essere aiutato e guidato da un esperto in alimentazione a cui tu debba rispondere e che ti stimoli a continuare nel tuo proposito, che sappia dosarti gli alimenti e motivarti a perseverare per raggiungere il tuo obiettivo.
Ma forse è davvero il caso di pensare altrettanto seriamente alla tua dieta emozionale e a come modificarla a tuo beneficio per toglierti di torno quella nuvola nera che ti segue e che ti scarica addosso la sua pioggia plumbea giorno dopo giorno appesantendo i tuoi vestiti e rendendoti così abbattuto e manipolabile.
Anche qui tu penserai ai tuoi buoni propositi, alla fatica nel cercare di mantenerli e alle tentazioni sempre presenti sul tuo cammino e allo stesso modo potrebbe essere una ottima idea pensare ad un esperto, uno specialista, un coach che ti aiuti a liberarti dal pantano emotivo che ti circonda, ti opprime e ti condiziona l’esistenza.
Se vuoi sapere come il coaching integrato può aiutarti a:
- prenderti cura di te stesso e a disintossicarti emotivamente,
- liberare il tuo potenziale e utilizzarlo per i tuoi obiettivi,
- costruire un programma personalizzato per
- fare scelte di qualità per la tua vita,
- decidere, in qualsiasi frangente, di quali emozioni alimentarti,
contattami, sarò lieta di offrirti una sessione gratuita perrispondere a qualsiasi tua domanda.
Se quel che vuoi è conoscere l’opinione di chi ha già scelto di lavorare con me, puoi farlo qui.
Ricordandoci sempre che i padroni del telecomando siamo noi e possiamo non solo cambiare canale, ma incredibile, ma vero, decidere di spegnere la radio o la tv quando il messaggio che i media ci propinano non è in linea con la nostra nuova dieta emozionale. Perché dopo un po’ si è nauseati anche della più buona cioccolata quando è l’unico cibo a disposizione.
Se sei interessato ad approfondire le connessioni tra cibo-emozioni-stress-salute ti consiglio questi 2 video estremamente esaustivi della dottoressa Erica Poli: “Nutrire la salute n.1” e “Equilibrio emozionale per la salute n.1”.