
Come coach che si occupa di emozioni posso affermare che essere afflitti dal bisogno di controllo è una condizione piuttosto comune così come lo sono le sue conseguenze: sforzo continuo e fatica improba per soddisfarlo, sofferenza garantita quando non viene appagato. A seguito di queste considerazioni viene da chiedersi se sia davvero possibile accedere al cambiamento liberandosi da tale bisogno e cosa significa avere l’ultima parola su ciò che non si può controllare.
Ma partiamo dal principio …
Ti sei già chiesto cosa ti spinge a voler controllare gli eventi dai piccoli ai grandi, e come ti senti quando non riesci a farlo? Sai come mai il cambiamento che vorresti nel tuo approccio alla realtà resta solo un desiderio irrealizzabile poichè il tentativo di controllare tutto riemerge prepotente a ogni nuova “curva” della vita?
Ecco infatti la prima domanda a cui rispondere: “Il bisogno di controllo a cosa ti serve?”
Che sia l’ignoto con il suo minaccioso riverbero sulla nostra vita a farci propendere per un controllo preventivo il più possibile a tappeto? A questo punto forse vale la pena concentrarci un momento sulle paure nascoste nell’ignoto che ci spingono ad avere una tale pressante necessità di controllo.
Cosa temi così tanto da costringerti a volerlo evitare a tutti i costi?
Ti do una mano dicendoti che a grandi linee le risposte ricadono in una di queste tre categorie:
- Non sapere se i nostri bisogni verranno soddisfatti.
- Non sapere se gli altri ci vedranno con benevolenza.
- Non sapere se perderemo il nostro potere sugli altri.
C’è senz’altro un valido motivo per le nostre paure e molto si può fare per arrivare a capire la radice delle cause che ci condizionano tutt’oggi, in merito a questo può tornarti utile questo video Erica Poli in cui si risale alle origini dei nostri condizionamenti con cui facciamo i conti ogni giorno.
La vita è un mistero da vivere, non un problema da risolvere.
Soren Kierkegaard
Intanto però, proprio qui nel presente, dove ci troviamo a dover gestire le nostre emozioni e il nostro conseguente bisogno di controllo, è bene realizzare che avere il controllo ci tranquillizza e allo stesso tempo ci imprigiona in uno sforzo continuo.
Se poi si scopre che la nostra possibilità di controllare è davvero tutta un’illusione allora quel condizionamento ci appare in tutta la sua devastante follia.
Come si fa a dire che è solo un’illusione?
Niente di più facile!
Ogni ricordo doloroso che abbiamo è legato a qualcosa che non è andato come desideravamo e contro la nostra volontà (salvo attacchi masochistici, chi vuole che le cose vadano diversamente da come le desidera?!).
Quel dolore è lì a ricordarci proprio che a volte, anche se ce l’abbiamo messa tutta, abbiamo smosso mari e monti e abbiamo creduto di aver pensato davvero a ogni evenienza, le cose hanno preso una piega differente incuranti dei nostri sforzi e dei nostri desideri, cioè hanno dimostrato di essere fuori dal nostro controllo.
Eppure, dopo ogni batosta che possiamo immaginare come lo scoppio di una bolla di sapone, ci siamo rialzati e nella maggior parte dei casi abbiamo ripreso a muoverci ancora partendo dal presupposto di avere la possibilità di controllare gli eventi, di fatto entrando in una nuova bolla di sapone.
Possiamo quindi definirci altamente recidivi!
Dato il dolore ricorrente però potrebbe convenire porsi almeno l’obiettivo di mantenere un atteggiamento più vigile che ci permetta di non cadere sistematicamente preda dell’illusione prestando il fianco alla sofferenza dello scontro con una realtà sistematicamente diversa da ciò che abbiamo sperato.
Che ne dici di iniziare quindi a chiederti “dove” vuoi vivere, se dentro o fuori dalla realtà (o dalla bolla di sapone , se ti piace di più)?
E sì, lo so che nella bolla si sta bene, ma è pur sempre un’illusione e molto precaria … forse allora si tratta di trovare un modo per provare le stesse sensazioni nella realtà qualunque essa sia …
Possibile?!
Controllo: resistere o desistere?
Abbiamo capito che il motivo più ovvio ad alimentare il nostro bisogno di controllo è il fatto che la realtà, se la lasciamo a sé stessa, potrebbe svilupparsi in un modo che non ci piace.
Certo, a chi piace l’idea di ammalarsi o addirittura di morire, ad esempio?!
Ma senza arrivare a tanto, mal ci adattiamo a realtà molto meno sconvolgenti come un imprevisto durante una vacanza o un comportamento inaspettato da una persona a noi cara.
Eppure, la realtà è questa, che ci piaccia o no le cose a volte non vanno come noi vogliamo.
Ci ammaliamo anche se facciamo di tutto per evitarlo, gli altri non provano per noi i sentimenti che noi desideriamo anche se abbiamo agito in modo ineccepibile, gli eventi degenerano nonostante tutti i nostri sforzi e la nostra pianificazione.
Non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti.
Eraclito
Certe evenienze proprio non possiamo evitarle e temerle così tanto da condizionarci tutto il tempo ben prima del dovuto o rifiutarsi ad ogni costo di prendere atto di quel che accade, ahimè non serve a nulla, se non a rovinarci tutto il tempo che abbiamo da godere in assenza di tali eventualità oltre che a farci vivere malissimo le eventualità stesse una volta che si verificano.
Che fare allora?
Se ci guardiamo intorno, se cerchiamo nelle esperienze degli altri, questo non è l’unico modo (disperato e cocciuto) di vivere il tempo che ci è dato e le esperienze in esso contenute.
C’è gente che è capace di vivere in situazioni di grande disagio con grande serenità, anzi a ben vedere, spesso sono proprio quelli chiamati a confrontarsi con i guai più grossi, le delusioni più cocenti e perfino con le diagnosi più infauste a possedere la serenità maggiore.
- Ma come hanno fatto?
- Cosa sanno che gli altri non sanno?
Se hai letto qualche biografia di chi ha dovuto affrontare grandi sfide del tutto impreviste, dovresti già saperlo.
In poche, brevi parole, il passaggio fondamentale è ACCETTARE CIÒ CHE NON SI PUÒ CAMBIARE, (alias accettare di non poter controllare gli eventi) che non vuole affatto dire subirlo, bensì RIPORRE LA PROPRIA ENERGIA IN TUTTO CIÒ SU CUI INVECE HAI LA POSSIBILITÀ DI INTERVENIRE E DI FARE LA DIFFERENZA.
Io sono padrone del mio destino, io sono il capitano della mia anima.
William Ernest Henley
Insomma, stando che la battaglia del controllo è persa in partenza, non resta altro che capire su cosa concentrarsi per non restare in balia di quel che accade.
Quando parlo di fare la differenza intendo all’interno della propria vita, in quello che ti permetti di sperimentare mentre vivi, perché questa è la scelta che sempre hai: dato un evento immodificabile, COME LO VIVI DIPENDE DA TE.
Scusa se insisto, ma questo non è avere l’ultima parola?! E da buon maniaco del controllo, non è questo quel che tanto desideri?
Appunto!
La forza interiore è la protezione più potente che hai. Non aver paura di assumerti la responsabilità della tua felicità.
Dalai Lama
Puoi sempre scegliere se vivere perennemente in schiavitù dell’illusione destinata ad infrangersi con tutta la fatica vana che ne consegue oltre che il dolore garantito, oppure scegliere di accettare le regole del gioco e “giocare” la tua vita appieno da persona libera.
Questa scelta è l’unica sulla quale hai davvero il controllo, quindi approfittane, esercitalo!
Se lo farai, avrai l’opportunità di godere di ogni momento che ti è dato di vivere, di assaporarne ogni sfumatura e di attingerne ogni insegnamento e sai cos’altro? Ti darai la possibilità di farti stupire da tutto ciò che entrerà in contatto con te delle infinite possibilità che la realtà può riservarti. Se non è cambiamento questo…
Come ogni grande conquista è richiesto impegno e dedizione, non è certo una bazzecola che si impara a tempo perso poiché il condizionamento che abbiamo è profondo, tuttavia resta il fatto che essendo la conquista che ci permette di stravolgere completamente il tipo di emozioni che albergano quotidianamente nella nostra esistenza, mai tempo ed energie saranno meglio riposte.
Concedimi la serenità
di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio per cambiare quelle che posso
e la saggezza per riconoscerne la differenza.
San Francesco
Nella pratica
Il consiglio è sempre iniziare affrontando difficoltà commisurate alla propria capacità così da imparare, progredire ed essere in grado di fronteggiare man mano sfide sempre più ardue.
Se pensi di avere bisogno di ulteriore supporto per scrollarti di dossoquesto comportamento puoi venire a scoprire qui cosa posso fare per te con un percorso di coaching personalizzato che ti permetta di riconoscere e superare le paure alla base del tuo bisogno di controllo.
E se hai la curiosità di sapere cosa pensa chi ha già lavorato con me per andare oltre le proprie difficoltà e approdare al cambiamento che desiderava, puoi leggere qui.