
Messa giù così “la guarigione è una scelta”può sembrare un po’ provocatoria, ma se rifletti un momento, tanto per cominciare, comunque tu la metta, per il solo fatto di esistere tu scegli costantemente.
Non puoi evitare di scegliere! Perché anche non scegliere è anch’essa una scelta, quella di abdicare al proprio potere e come tutte le scelte ha delle conseguenze.
Quindi non potendoti esimere, si tratta innanzi tutto di capire quali siano affettivamente le scelte più convenienti, il coaching, integrato e non, al massimo interviene qui, se lo interpelli.
A tale proposito questa settimana ho guardato il video di un intervento di Caroline Myss al TEDx intitolato “Le scelte che possono cambiare la tua vita”.
Ho bevuto le sue parole, chiare e senza fronzoli e ho avuto modo di ripercorre attraverso di esse la trasformazione che la malattia mi ha, prima sollecitato e poi regalato.
E mi sono proprio chiesta se
la guarigione fosse una scelta
le mie azioni abbiano combaciato con le scelte di cui parla la mistica nel suo intervento.
In estrema sintesi questo è il senso del suo discorso:
Punto zero: Scegliere è esercitare il nostro potere.
Ogni volta che scegliamo esercitiamo il nostro potere.
Noi sappiamo da sempre, in modo innato, che le scelte sono potenti e per questo siamo terrorizzati nel dover fare scelte, siamo terrificati delle loro conseguenze.
Infatti tutte le scelte, nessuna esclusa, hanno conseguenze, dalle più piccole alle più grandi, e il paradosso è proprio che tu non hai idea se queste conseguenze saranno grandi o piccole indipendentemente dalla importanza della scelta di cui si tratta. È questo a spaventarci cosi tanto, al punto che la maggior parte di noi passa la vita a rimandare il momento di scegliere il più possibile.
Di contro la Myss ci invita a superare la paura che ci blocca e a fare 5 scelte di potere le cui conseguenze siano per noi, in ogni caso, positive.
Queste sono le scelte, che a suo dire, permettono la guarigione:
1 scegli l’integrità,
la verità, sii ciò che pensi, fai ciò che dici, non scendere mai a compromessi per compiacere o compiacerti, non costringere mai qualcun altro a farlo.
2 scegli di tramandare la tua saggezza e non la tua sofferenza,
la sostanza dei fatti non cambia, nemmeno se arrivi a conoscerne la causa, quindi accetta e scegli di imparare da ciò che ti accade, tramanda ciò che hai imparato non quello che hai sofferto.
3 scegli di prenderti il rischio, non aspettare le prove,
non scegliere la via più sicura, non arrivare a dover rimpiangere le scelte che ti avrebbero permesso la vita che volevi. A questo scopo chiediti: quante delle tue paure più grandi si sono fino ad ora realizzate? E quante delle cose belle che ti sono capitate sono dipese dalle tue scelte. Se ci fai caso tu non hai il controllo, è un’illusione. Lascia andare il controllo e scegli ciò che è meglio per te, non ciò che è più sicuro. Lascia perdere la paura di essere umiliato dalle conseguenze delle tue scelte. Molla l’orgoglio, molla la paura, molla il controllo.

4 scegli di cambiare le tue parole,
eradica parole come incolpare, mi merito, mi spetta, elimina il vocabolario tossico che usi con gli altri e con te stesso. Queste parole ti tolgono dal tuo presente e instillano in te una percezione tossica della tua esistenza. Se poi pensi che come lo fai tu lo fanno gli altri con loro stessi e verso di te, questo moltiplica la tossicità dell’ambiente interno ed esterno a te.
5 scegli di benedire la tua giornata,
benedicila solo perché esisti e perché non tornerà più. Benedicila non per ciò che hai o per come vanno le cose, ma solo perché ci sei.
Ho riflettuto su ognuno di questi punti, compresa l’idea stessa di scegliere e ho voluto verificare se questi concetti hanno tutti fatto parte del mio processo di guarigione e trasformazione, proprio per capire se è davvero ciò che accade o è solo un bell’elenco teorico di presunti comportamenti utili.
Ho iniziato dalla scelta in quanto tale, l’atto di scegliere.
Per quanto mi riguarda io durante entrambi i miei incontri con il cancro, anche quando “sentivo” di dover fare scelte, di dover mettere mano a qualcosa, quando l’insoddisfazione era diventata palpabile, mi sono astenuta per paura delle conseguenze per molto, molto tempo. Non vedevo via d’uscita, non c’era soluzione, avrei dovuto rinunciare al lavoro che mi opprimeva senza sapere come fare a sostentarmi e quello era un vicolo cieco o meglio un baratro sull’orlo del quale non intendevo affacciarmi per il terrore di venire risucchiata.
Avevo avuto anche l’occasione, ancora prima di ammalarmi -la chiamo così ora, all’epoca la definivo solo una grande sfortuna- di perdere il lavoro, ma la mia “non scelta” è stata quella di cercarne immediatamente uno uguale,
- niente domande,
- niente dubbi,
- niente opzioni alternative,
- niente desideri,
- niente aspirazioni,
- niente passioni,
- solo un lavoro sicuro, il solito.
Quindi il mio punto zero è effettivamente quello descritto dalla Myss.
La maggior parte della gente ha semplicemente imparato a sentirsi bene nel proprio disagio.
La scelta numero 1, la verità.
Per iniziare a scegliere io ho dovuto prima capire che Io e l’immagine di me non combaciavano, che io guardavo da dietro le fessure degli occhi di una maschera estremamente elaborata e così ben fatta da non dare adito a dubbi sulla sua autenticità. In ogni momento, in qualsiasi situazione tutto partiva dal un esame preliminare: ottempera alle caratteristiche del mio personaggio? Altrimenti niente da fare,
- non si fa,
- non si dice,
- non si vive.
Poi sono dovuta passare dalla paura al coraggio per entrare nella verità.
Togliermi la maschera, lasciare il mio personaggio, smontare tutto il castello che riportava la mia immagine sulla facciata per lasciar uscire la vera me libera dal pensiero del giudizio degli altri, dalla delusione sui loro visi per non essere più quella che loro si aspettavano, che nel mio caso, era “colei che non molla mai”.
Qui magari uno pensa: “sì, ma che c’entra questo con guarire o non guarire?” Eh beh, c’entra eccome, perché a un certo punto lo senti proprio che devi agire, che sei nel punto di non ritorno, con le spalle al muro, che o vieni allo scoperto o non vai da nessuna parte. Ti tocca guardare dentro al baratro e resistere senza ritrarti ascoltando il brivido che ti percorre da capo a piedi.
Non per niente la terapia che ho finalmente trovato per cercare di arrestare la corsa del mio tumore prevedeva proprio una maschera estremamente costrittiva fino alle spalle, da applicare 16 volte per circa 45 minuti, senza poter aprire gli occhi, con un byte in bocca, stando immobile, “imbullonata” a una sagoma di legno. Se era un messaggio a me è sembrato piuttosto chiaro…
La scelta numero 2, tramandare la saggezza di ciò che stavo imparando invece che la che sofferenza che vivevo,
per me è stato come rispondere alla mia vocazione. Era proprio quello che volevo e avendo scelto la verità potevo iniziare a farlo, è stata come una festa! Tutto il rally della ricerca di significato è stato come scoprire la fonte della vita e potermici abbeverare. Accettare i fatti è stato spontaneo. Cos’altro potevo fare dopo, se non voler svelare a tutti il luogo di quella delizia?
Il primo passo di qualsiasi tipo di guarigione e di libertà è l’accettazione.
La scelta numero 3, prendermi il rischio e non scegliere la via più facile
è stato quando mi sono buttata nel baratro. Ho smesso di guardare indietro, niente di quello che c’era stato o di chi ero stata mi poteva garantire più il risultato. Ho accettato di affidarmi, senza pretendere di controllare e prevedere gli eventi, certa solo della mia sincerità.
L’ho fatto, ho lasciato il mio lavoro, i suoi benefit, il suo orizzonte tranquillo, per lanciarmi, senza rete, a 50 anni con un figlio a carico e una salute tutta da definire, nella mia nuova vita fatta di testimonianza e di aiuto alle persone che vivono le stesse difficoltà che ho vissuto io.
Ho smesso di fare scelte prudenziali, ho preso il rischio,
- prima solo sulla malattia, scegliendo di non insistere con chemio fatte perché non c’era altro di “fattibile”,
- poi più a più ampio respiro, su tutta la mia vita, senza avere le prove, senza alcuna garanzia.
- Sono andata verso ciò che volevo a tutti i costi,
- ho smesso di preoccuparmi delle conseguenze,
- ho iniziato a vivere il presente.
Più rischio di così potevo solo lanciarmi davvero senza il paracadute …
Il nostro trionfo sulla sofferenza non è poterla evitare, ma riuscire a sopportarla e qui risiede la nostra speranza, che possiamo diventare più grandi dei problemi che affrontiamo.
E la guarigione? La guarigione era il premio in palio, lo sapevo profondamente dentro di me, come so che il sole sorge ogni mattina.
Il CNAO, la fondazione presso cui sono stata trattata, è sempre stato lì, a Pavia, ma io ci sono potuta arrivare solo dopo tutto il percorso, dopo gli anni di tormento e di paura, solo dopo aver fatto tutto ciò che c’era da fare e la sua maschera non era solo un modo perché il trattamento fosse effettuato con estrema precisione, ma era parte integrante del trattamento stesso.
Il passato dovrebbe essere un luogo di riferimento non di residenza.
La scelta numero 4, il tanto amato vocabolario di Caroline Myss.
Ho scelto nuove parole per smettere di intossicarmi e indebolirmi.
Nel mio caso le parole erano prevalentemente rivolte a me stessa ed erano quelle che mi tenevano ferma sulla mia vecchia visione della realtà come un luogo ostile e faticoso da abitare e così
- ho tolto la parola paura,
- ho tolto la parola perché,
- ho tolto la parola dovere.
Ho recitato religiosamente per molto più dei 21 giorni stabiliti, l’affermazione potenziante, confezionata in modo perfetto sulle mie convinzioni limitanti, dalla dottoressa Poli all’inizio del mio percorso con lei, con tanto di gesto di rinforzo e ho aggiunto man mano altre frasi che annotavo da ciò che voracemente leggevo per venire a capo della mia paura. Erano tutte pronte per ogni assalto da parte della paura, a disposizione sui tavoli di casa mia, tra le pagine dei miei quaderni dove,
con nuove parole, scrivevo con stupore l’evoluzione della mia anima finalmente libera di esprimersi.
E proprio la mia anima, ormai scatenata nel vero senso della parola, cioè senza catene, mi ha donato la comprensione di nuove parole come
- compassione,
- perdono,
- accettazione,
- permesso,
che per me, fino a poco tempo prima, erano ben poco significative. Anche queste erano soprattutto rivolte a me, diventando i capisaldi del mio nuovo dialogo interiore.
Noi possiamo aiutare o inibire il nostro sistema immunitario in base a ciò che pensiamo.
La scelta numero 5, benedire ogni giorno perché esisti,
pensando che quel giorno non tornerà più e con lui non torneranno più le persone con le quali lo hai condiviso in quella esatta maniera.
- Ho guardato la mia vita con occhi diversi, con gli occhi dell’abbondanza,
- ho imparato a essere presente in ogni momento per gustarmelo, ricordandomi di “metterli tutti in cassaforte” così come li stavo vivendo nel momento stesso in cui li vivevo.
E così anche con la malattia, la mia vita è stata piena di bellezza e di amore, anche nei momenti dolorosi, quando l’amore più prezioso era quello che io avevo imparato a donare a me stessa proprio mentre ero distrutta, disperata, ma mai più sola.
- Ho scelto di benedire ogni giorno,
- ho scelto la gratitudine e ne ho ricevuti frutti di una pienezza indescrivibile.
- Ho imparato a osservare davvero i momenti che passano con la consapevolezza che comunque siano stati non torneranno più e che non sapendo quanti ancora me ne spettano, ognuno è un tesoro e mio è il compito di farli fruttare.
- E per me fruttano solo se io sono felice, quindi io cerco la felicità in ogni momento cacciando via a calci ciò che potrebbe inquinarmela.
Inala amore,
esala gratitudine.
E se non bastasse…
Come riprova finale sono andata a riprendere il grafico dei fatti salienti della mia vita, fatto in un classico esercizio di coaching -che ora faccio sempre fare ai miei clienti all’inizio del loro percorso- e ho esaminato quali miei valori venivano soddisfatti così da determinare i miei picchi di felicità. Ho constatato che dal momento in cui è cambiato il mio modo di scegliere, sono cambiati i miei valori di riferimento.
Nel mio caso, mentre prima il valore che determinava ogni picco di felicità era il controllo, dopo il mio cambio di paradigma, i valori erano amore di sé, libertà, onestà, rispetto, coraggio, verità. Non che prima quelli per me fossero valori che non mi appartenevano, ma sopra, un po’ più in alto, in ultima analisi c’era sempre il controllo a determinare se un avvenimento mi aveva resa felice.
La guarigione nasce da lì, è sempre una guarigione prima dell’anima e poi eventualmente del corpo.
Quindi alla fine di questa, che definirei “prova del nove”, posso personalmente affermare che le scelte suggerite in quel video sono parte integrante del cammino di guarigione, sono quelle che permettono alla guarigione di entrare nel “campo visivo” di chi le mette in pratica per poi entrare anche nella materia e quindi nel corpo.
Parlando poi di “potere delle scelte” direi che indiscutibile l’immenso potere di ognuna delle nostre scelte e per ciò si tratta soprattutto di amministrarlo bene.
Cresci attraverso ciò che attraversi.
Questi ora sono “gli occhiali” con cui io guardo la vita e con cui aiuto chi vuole “cambiare montatura” ai propri.
Lo faccio con il coaching integrato dove corpo, mente e anima vengono
- accolti insieme,
- ascoltati insieme
- aiutati finalmente a dialogare per trovare la loro personalissima lingua.
E le scelte di Caroline Myss?
Quelle non sono altro che le tappe di un lavoro amorevole fatto insieme a chi, svegliato brutalmente dalla malattia o afflitto a morte dall’insoddisfazione,
- decide di permettere a questo scomodo messaggero di consegnare il suo messaggio
e
- cerca un modo per decodificarlo che gli restituisca il senso della vita.
Se vuoi saperne di più su come posso esserti utile con il coaching integrato contattami, sarò felicissima di offrirti una sessione gratuita per rispondere a tutte le tue domande; questi sono i 6 percorsi personalizzati che ho creato per andare oltre la paura in ogni ambito della nostra esistenza:
- A te in viaggio nella malattia. A tuo solo beneficio: superare la paura per riprenderti la vita.
- A te che accompagni nella malattia. Con la forza del cuore: superare la paura per riprendervi la vita.
- A te che hai deciso di passare all’azione. La vita che vuoi: superare la paura per cambiare.
- A voi che camminate insieme nella vita. Per mano: insieme oltre la difficoltà.
- A te che hai deciso di scoprire chi sei. Crea la tua vita: scopri i tuoi talenti.
- A te che stai affontando il distacco. Recupera il senso: elabora l’esperienza del lutto.
C’è anche il mio gruppo facebook: “Cambia Animo sa Mente: C.A.M. Change! Act! Move!” a cui puoi iscriverti, rispondendo a 3 semplici domande, per avere immediato accesso a tutto il materiale che metto a disposizione ogni giorno su questo e su tutti gli altri argomenti legati al cambiamento e alle paure e difficoltà ad esso legate e dove potrai usufruire del mio supporto e di quello di tutto il gruppo.