A te in viaggio nella malattia.
A tuo solo beneficio: un percorso per superare la paura e riprenderti la vita.
Con questo percorso di coaching integrato pensato per superare la paura di diagnosi e prognosi della malattia imparerai come uscire dalla dinamica di opposizione a un “viaggio” che non hai potuto rifiutare. Saprai utilizzare la tua nuova consapevolezza a tuo esclusivo beneficio e cioè per occuparti della tua guarigione e per riprenderti la tua vita fin da questo momento.
Secondo autorevoli testi di aeronautica, il calabrone non può volare a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare.
Ci concentreremo non solo sulle strategie di ricerca delle informazioni disponibili, bensì anche sui limiti interiori e sulla paura che possono ostacolare la tua lucidità, la libertà delle tue scelte e la realizzazione della tua volontà. Le tecniche a mediazione corporea ci permetteranno di individuare anche i blocchi di cui potresti non essere consapevole. Affronteremo tutti gli argomenti scomodi con cui la malattia ti obbliga a confrontarti dal cambiamento alla morte e lo faremo attraverso il riconoscimento delle emozioni che questi ti provocano e la loro elaborazione.
Andare oltre la paura ti permetterà di
- Sbloccare l’energia per prendere decisioni lucide e consapevoli. Sì perché quando la paura ti pervade fai fatica ad essere lucido e ad avere la forza necessaria e invece proprio allora sei chiamato a prendere decisioni importantissime per la tua vita.
- Scaricare il macigno che hai addosso ti restituirà la capacità di affrontare la situazione in modo efficiente.
- Capire in chi e in cosa riporre la tua fiducia. Infatti non sempre fila tutto liscio e il medico con cui parli per primo ha tutte le risposte o ti infonde la fiducia necessaria per seguire tutte le sue indicazioni, ma la paura ti impedisce di ascoltarti liberamente, ti rende difficile giudicare.
- Abbattere il muro che ti imprigiona ti metterà nelle condizioni di riuscire a cercare, trovare e seguire lo o gli specialisti che senti più “giusti” per te.
- Evitare di fare scelte avventate. Perché non sempre dopo la diagnosi ci si apre davanti un’autostrada con corsie larghe e indicazioni precise, a volte la malattia è subdola, rara, sui generis, oppure qualcosa, qualsiasi cosa, non ci convince del tutto e le scelte sono “consigliate” nella più perfetta buona fede o magari limitate dall’orizzonte di conoscenza dell’ospedale in cui ti trovi, ma chi dice che sia il meglio che si può fare? Chi dice che sia la cosa giusta da fare?
- Liberarti della morsa della paura in cui sei costretto ti darà la possibilità di valutare con cura e obiettività ciò che ti viene proposto.
- Sapere esprimere la tua volontà. Certo, perché nei momenti cruciali arrivare ad avere chiaro cosa è buono per sé non è sufficiente, è necessario avere conquistato la fiducia in sé stessi per comunicarlo anche a chi ci sta intorno e molto spesso anche ai medici. Sappiamo bene tutti quale sensazione di disagio si prova nel pensare di mettere in discussione, obiettare o semplicemente nel chiedere ulteriori spiegazioni ad un medico soprattutto quando (e ahimè capita) non ci si sente in perfetta sintonia o al contrario, quando si è talmente in sintonia che quasi ci dispiace “deluderlo”.
Inoltre può capitare di trovarsi in disaccordo anche con chi ci sta vicino e vuole il nostro bene, ma può non condividere le nostre intenzioni. - Uscire dal silenzio in cui ti obbliga il senso di soggezione (che è sempre una faccia della paura) ti permetterà di ricevere spiegazioni, muoverti liberamente e non lasciare niente di intentato.
- Operare scelte in linea con i tuoi valori e le tue convinzioni. È ormai assodato che la cura, per sortire l’effetto sperato, deve essere profondamente condivisa da chi la riceve. accettare una cura in cui non si crede, in cui non si ha fiducia fino in fondo, qualunque essa sia, dalla più tradizionale alla più alternativa, innesca involontariamente un flusso di pensieri del tutto contrari ad essa; è come avere qualcuno che “rema contro” dentro di sé senza saperlo.
- Eliminare l’ostacolo che ti forza in uno stato ansioso permanente, ti permetterà far emergere le tue convinzioni sulla salute per poter scegliere ciò che senti essere meglio per te e ti regalerà la serenità di intraprendere la cura in pace con te stesso.
- Recuperare la corretta percezione della tua realtà. Ho sperimentato direttamente che quando la paura dilaga, la visione della realtà si restringe e i suoi contorni si sfuocano, non si è più in grado di vedere i dettagli. Si rischia di smarrire davvero il contatto con la realtà sentendosi persi, impossibilitati a vivere nel proprio dal mondo.
- Uscire dal luogo buio in cui ti costringe la paura ti ridonerà uno sguardo limpido sulla tua realtà quotidiana e ti farà sentire ancora parte del tuo mondo.
- riconquistare la padronanza del tuo tempo anche nell’incertezza. Mi sono resa conto che a causa del persistere della paura non si ha più una corretta percezione del tempo, la sensazione è di non avere più tempo, né per scegliere, né per vivere.
- Divincolarti dal giogo imposto dalla paura significherà vivere appieno nonostante la difficile situazione di salute, ma vivere tutto, ogni attimo, ogni circostanza, nulla sarà precluso!
- Riappropriarti della tua vita. Sembra naturale sospendere la vita e identificarsi involontariamente con la malattia. La paura ti restringe il campo visivo, se ti guardi vedi solo il pezzo di te che è ammalato e in balia di un evento potenzialmente devastante, tutto il resto scompare, chi sei stato, cosa hai fatto, quello che hai conquistato e ottenuto fino a questo momento.
- Smontare l’illusione costruita dalla paura vorrà dire tornare ad essere tutti interi, vedersi come persone e non come pazienti oncologici o di qualsiasi altro tipo. Significa avere a disposizione nuovamente tutto te stesso per fronteggiare la difficoltà e padroneggiare gli eventi. Senza il cappio della paura al collo tornerai a vivere e non più sopravvivere.
Sarà un lavoro protetto e rispettoso attraverso il quale tornerai ad essere il protagonista attivo della tua vita e acquisirai la serenità necessaria per effettuare il tuo percorso di cura e guarigione al massimo delle tue potenzialità.
Sarai in grado finalmente di cogliere l’opportunità che si cela dietro l’esperienza che stai vivendo e avrai gli strumenti per poterla sfruttare a tuo pieno vantaggio.
In fondo se riflettiamo il punto qui NON è “cosa posso fare per te”, ma “ cosa puoi fare tu per te stesso”.
Quale grande scelta di liberazione?
Quale grande attestato di stima?
Quale grande gesto di compassione?
E infine quale grande atto d’amore?
Ci sono alcuni concetti che credo sia importante chiarire:
- lo sforzo di tutti coloro che si impegnano (e con tutti intendo dentro e fuori dagli ospedali) cercando un modo perché le persone come te e me possano tornare in salute o mantenersi in salute, è prezioso e come tale va trattato, come una possibilità, questo è un altro significato di integrato che mi sta a cuore.
E sai qual è il catalizzatore che fa sì che tutto questo, per ognuno a modo proprio, “funzioni”?
È proprio il superamento della paura.
- Ci sono cose per le quali io non posso esserti di aiuto:
– io non mi propongo perché tu trovi il modo di resistere in una situazione che ti provoca sofferenza, ma che pare immodificabile
– io non mi propongo per “farti accomodare” nella tua malattia e perché tu sia più bravo ed efficiente nell’organizzare le tue visite o cose simili - Posso essere per te una risorsa se:
– pensi che non sia necessario aspettare di ammalarsi per decidere di cambiare qualcosa
– puoi prendere in considerazione che se la malattia arriva può essere una grande opportunità, (anche se in un primo momento questa può esserti sembrata una grandissima fesseria).
Considerazioni “off record” o detto tra noi
A proposito dell’ultima frase sopra, quella tra parentesi… probabilmente quello sarebbe stato il mio primo pensiero se fossi incappata in questo sito all’inizio del mio incontro con la malattia. Questi sarebbero stati alcuni momenti del mio dialogo interno davanti al monitor:
“Superare la paura?”
“Che la paura stessa sia mancanza d’amore?”
“Ma se io non so nemmeno cosa sia la paura!”
“Ma che amore e amore, questa è sf…!”
“Il cambiamento? Ma perché dovrei cambiare io? Piuttosto cambio ciò che accade intorno a me.”
E sempre probabilmente avrei concluso pressappoco così:
“Questa tipa con il coaching integrato fa della gran filosofia, io invece so cosa fare e soprattutto cosa non voglio fare. La mia vita è tutto ok, devo solo togliermi di mezzo questa rottura della malattia che mi impedisce di continuare a fare ciò che stavo facendo. Non avevo già abbastanza problemi … ora ci si è messa anche la salute! Capitano tutte a me!”
PS: ho edulcorato il lessico per creanza … io sapevo essere anche molto più greve quando venivo colta all’improvviso su concetti che ho sempre considerato “inattaccabili”, se hai letto un po’ della mia storia l’avrai già capito .
Sarei passata oltre, lo confesso. Quindi non mi meraviglio se anche tu dovessi tagliare corto e dire: “si vabbè…eccone un’altra che ha avuto il c … di guarire e che adesso ci vuole guadagnare. La paura ce l’ho io e so che c’è poco da fare e in quanto al cambiamento si fa presto a dire –lascia andare, pensa a te stesso, vivi il momento, la vita che vuoi bla bla- io ho dei doveri, delle responsabilità, non posso.”
Non preoccuparti, ti posso capire e non è la fine del mondo. Perché tu possa, però farti un quadro esaustivo prima di abbandonare il sito, vorrei ugualmente condividere un’ultima riflessione.
Se nel leggere queste righe sentirai e bada bene che dico “sentirai” e non penserai , qualcosa di anche molto piccolo, ma amorevole per te, allora sei nel posto giusto, anzi anche solo se “desidererai” sentirlo.
Io sono dovuta passare più di una volta dal cancro e da alcune altre grosse “gatte da pelare” tra incidenti e malattie, per iniziare a guardare da un punto di vista differente quello che sembrava un accanimento del destino e diciamocelo pure, anche una grande ingiustizia.
Quindi prenditi il tuo tempo e scegli il meglio per te perché qui quello che conta sei solo tu, non i tuoi parenti, non i tuoi medici, non il tuo lavoro, ma solo ed esclusivamente tu.
E per “Tu” non intendo quello che gli altri si aspettano che tu sia e nemmeno quello che tu credi sia giusto essere, ma proprio quello CHE SEI al tuo massimo splendore, anche in un momento così duro e incerto come può essere quello della malattia.
In fine, se dopo aver letto tutto questo, ti chiedi se ci sono garanzie che tutto vada come vuoi tu, qui puoi ascoltare qual è la mia risposta.
Ecco le informazioni di tipo tecnico:
Come si svolge un percorso?
N.sessioni: 12 sessioni di un’ora e 30’
Cadenza: orientativamente settimanale
Durata: 3 mesi circa
Svolgimento: sessioni in studio o via skype
Bonus:
- Pacchetto di benvenuto,
- Esercizi per la normalizzazione della paura,
- Moduli formativi per l’esecuzione degli esercizi proposti durante le sessioni,
- Link ad articoli, siti, video, titoli di pubblicazioni ritenuti utili,
Per 3 mesi ti affiancherò in un lavoro entusiasmante di recupero del tuo potere e della tua vita.
Avere un “personal trainer dell’anima” è come avere una corsia preferenziale perfettamente sgombra.
Non ti nascondo che non sarà una passeggiata, ma ti assicuro, proprio per esserci passata per prima, che andare oltre la paura non ha prezzo!
Se vuoi avere qualche informazione in più sul percorso, richiedi subito la tua prima sessione gratuita “Il primo passo oltre la paura” per:
- fare il punto della tua situazione
- esaminare la strategia che hai scelto di utilizzare fino ad ora per affrontare il tuo problema
- trovare spunti per focalizzare la tua attenzione sulle priorità invece che sulla paura
Prenota la tua sessione gratuita “Il primo passo oltre la paura” scrivendo –sessione gratuita– nell’oggetto del modulo di contatto.